Ero sul treno per rientrare al nord del Camerun. Mi ero piazzato nel vagone ristorante per lavorare un po' prima di andare a dormire. Arrivò poi il momento di andare in cuccetta. Quando mi buttai sul letto non trovai il lenzuolo. Mi guardai intorno, di lui non c'era traccia. Il mio vicino aveva il suo. A quanto pare non lo avevano messo. La cosa mi infastidì un po', e dentro di me mi lamentai del servizio. In ogni caso mi sdraiai e mi misi a dormire.

Durante la notte feci qualche movimento, e a un certo punto un mio piede finì in una fessura. Mi resi conto in quel momento che il lenzuolo era sotto di me. Così lo sfilai e me lo misi addosso, si era fatto freddo durante la notte.

Risi di me di gusto. Ma che scemo sei manco ti rendi conto di essertici messo sopra il lenzuolo? Avevo incolpato il sevizio, a una certa il mio vicino, quando l'unico scemo responsabile di tutto ero io. Il problema era nel mio sguardo. Ero io.

Quante volte per uno sbaglio nostro pensiamo che sia colpa degli altri? Quante volte ci deresponsabilizziamo? Non potei fare nulla che ridere di me. Prima di pensare cosa hanno fatto male gli altri, cosa non ho fatto bene io, oppure come posso cambiare io.

È sempre più facile indicare gli altri. Eppure, dare la responsabilità a se stessi è il modo bello per crescere. E anche quello che meglio funziona


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