Stavamo scendendo dal Mont Tenguelen. Era da un mesetto circa che mi ero unito al loro gruppo, e finalmente potevo fare una delle cose che più mi piace: le escursioni. Non è che ci siano le Alpi qui. Ci sono vicino a Garoua delle montagnole di qualche centinaio di metri, non di più, che farebbero ridere se solo comparate al monte Calisio. Ad ogni modo, per essere in Camerun, era già un lusso.
Mancavano ormai 5 minuti. Eravamo già saliti e stavano affrontando l'ultima discesa. A un certo punto ci trovammo sul sentiero una famiglia. Loro non facevano sport, erano andati lì per rifornirsi di legname. Anche loro scendevano. Al trovarceli davanti, uno del gruppo sbraitò al bambino di spostarsi, e lo superò. Se lo trovò davanti Amana. Gli prese il fascio di rami che portava sulla testa e continuò a correre. Una volta in fondo, lo aspettò e glielo porse.In tutto questo, Amana non disse nulla. Né quando gli prese il fardello, né quanto glielo restituí.
Non ci pensò due volte, non gli chiese né gli disse nulla. Passò all'azione, direttamente.
Un'azione così semplice, ma perché allora non lo hanno fatto gli altri? L'avrei fatto, io? Pensare di fare il bene, di rispondere ai bisogni degli altri è facile nella testa. Ma nella realtà poi hai voglia. Perché da fuori sembra così facile, ma alla fine non lo è così tanto mettere in pratica?
Lo diceva anche Gesù di Nazareth, sono i fatti che contano. La realtà, non le parole. Per questo spiegava attraverso parabole, ma soprattutto attraverso le azioni. È attraverso il frutto che si riconosce l'albero. E Amana, in un gesto semplice, difficilissimo, me lo ha dimostrato.
Ma perché risulta difficile? Mi sono dato una risposta: la paura. Più che degli altri e del loro giudizio, di noi stessi. Ho paura a donarmi perché mi costa uno sforzo. Più facile restare dove sono. Perché questo mi espone. Mi espone a un altro che può rifiutarmi, giudacarmi.
Eppure non è forse prendendo il fascio di rami degli altri che mi sento importante? Che mi scopro pieno di energia da dare? Da ultimo, è proprio grazie a un gesto così che mi è possibile connettermi nel profondo con gli altri.
Da dove partire allora?
Come ha fatto Amana, guardati intorno, e rispondi alle chiamate silenziose che la vita ti lancia
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