-tu, entra

Così entro nel taxi. A Yaoundé funziona così: il taxi lo pigli in modalità "depot" o "ramassage". Ramassage vuol dire "ammasso". Significa che tu sali nel taxi, il taxi lungo la strada si ferma per tirare su altre persone - 4, 5, 6, 7, 8 - finché non si crede pieno: due sul sedile lato passeggero, 4 dietro, qualcuno carica pure il baule, le gambe a penzoloni fuori. Io ovviamente prendevo il ramassage, che era la modalità più economica, un taxi sharing vero e proprio ma senza internet e geolocalizzazione. Questa volta la fortuna di salire sul sedile lato passeggero.

-pronti, via!

Partiamo. Mi accoglie questo uomo attempato, pieno di energia.

-62 anni c'ho, 6 figli, 14 nipoti e mezzo.

-mezzo?

-uno è in pancia - mi dice strizzando l'occhio.

-ma tu non dovresti essere in pensione?

-lo sono

-e perché non stai a casa tranquillo? Mi risponde dopo una pausa.

-a casa mi rompo le palle. No. Dio mi ha dato l'energia, la salute. E allora io la uso. Almeno 3 giorni a settimana lavoro. Cerco i soldi. Sto attivo.

Lascia scendere gli altri passeggeri. Rimaniamo noi soli.

-ogni giorno entra nel mio taxi una marea di gente. Io sento, respiro una voglia di cambiamento, di speranza. Il Camerun è un bel paese. Abbiamo tutto. Il problema è la gestione. Chi è al potere si intasca i soldi. Invece che usarli per impiegare persone, fare opere e usarli per il bene di tutti li usa per sé e per la sua famiglia.

-come può cambiare? Gli chiedo

-che il prossimo che sale al potere fa quello che deve fare. Come faresti tu o come farei io. Come stiamo ora dialogando e cercando insieme una soluzione così deve essere. Bisogna aiutarsi a vicenda. Oggi ti aiuto io, domani tu, e stiamo tutti meglio.

Non c'è un'età per mettersi in gioco. È una scelta a cui siamo chiamati ogni giorno. In un taxi, in ufficio, in un'officina, in casa.