Dovevo attraversare il paese: da Garoua, nel nord, a Yaoundé, nel centro sud del Camerun. Fino a Ngaunderé presi l'auto, e da lì il treno notturno. Arrivai alla stazione e mi preparai a salire sul treno. Era rosso, datato. Un vero treno da viaggio.

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Avevo una cuccetta, ma era ancora troppo presto, così mi infilai nel vagone ristorante. Mi piazzai e tirai fuori il mio pc. Mi resi conto che in quel vagone la maggior parte non era lì per mangiare, bensì per dormire, o per altre ragioni che neanche loro sanno. Mentre stavo guardando Psycho, sentii un'esplosione: dietro di me partì un botto e insieme a lui una pioggia di liquido bianco macchiò tutto quello che c'era, me e il pc compreso. Mi girai e vidi con aria di stucco un tizio e aveva aperto la sua bottiglia di qualcosa che era fermentato. Parecchio.

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Nel treno c'è di tutto: le guardie di sicurezza, tutte vestite di giallo, la polizia, i bigliettai, i venditori ambulanti, i trovatori e i passeggeri. È un intero villaggio in viaggio. E dove passa, fa scalpore. Ogni fermata gli abitanti del villaggio accorrevano: chi vendeva mandarini, chi miele, chi banane, chi batón di manioca. Eri certo che quando il treno si fermava, trovavi quello che cercavi.

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Una guardia di sicurezza svolgendo il suo lavoro

Si fece una certa ora e mi rintanai nella mia cuccetta. Quella notte quasi non dormii. Il treno sballottava continuamente come un dondolo sgangherato e a ogni fermata ripartiva con un vero colpo che ti svegliava di soprassalto. Comunque mi riposai. E il mattino fu stupendo. Il sole entrava dal finestrino, diffondendo pace e voglia di iniziare la giornata. Quando uscii mi imbattei in un uomo che vendeva agende. Agenda 2024, proprio quello di cui avevo bisogno. Contrattai per duemila franchi.

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Il giorno iniziava tra i ciuf ciuf del treno. Guardai dal letto gli alberi che correvano fuori dal finestrino e il sole dietro di loro. Un nuovo giorno iniziava. Mi sentivo in pace in quella cuccetta. Affidarmi a quel vecchio treno, a quell'insieme di storie e routine, saluti e scambi che ogni giorno si ripetevano e che sempre venivano rinnovati. Mi dava una semplice pace. Ero pronto. Ero pronto ad accogliere quel nuovo giorno che iniziava.

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